La Repubblica Centrafricana è uno dei paesi più poveri del mondo, lontano e sperduto nel cuore del continente nero. Qui, il sistema internazionale sembra essere andato in corto circuito. Da oltre un anno imperversa una guerra tra milizie islamiche e milizie cristiane, che fanno a gara di mostruosità in una spirale
infinita di rappresaglie, mutilazioni, genocidi e pulizie etniche.
Il 24 marzo 2013 i ribelli della Séléka hanno occupato la capitale Bangui e cacciato il presidente Bozizé accusandolo di corruzione e crimini contro l’umanità. Questo atto è stato solo l’epilogo di uno stillicidio di combattimenti cruenti, e di scontri più o meno devastanti, che dall’autunno del 2012 hanno sconvolto il Paese.
In seguito a ciò il Paese, anziché stabilizzarsi, è caduto in preda a distruzioni, saccheggi, uccisioni da parte di bande armate incontrollate, indicibili violenze su donne, anziani e bambini.
Attendibili fonti internazionali riferiscono inoltre il reclutamento e l'impiego di molti minori da parte di diversi gruppi armati.
Al degenerare della già fragile situazione è probabile abbiano contribuito interessi sia politici sia economici sia geo-strategici; il Centrafrica risulta infatti essere una zona ricca in diamanti, uranio, foreste e terre coltivabili a monocoltura intensiva.
Circa 785.000 persone sono state sfollate internamente in tutto il paese dallo scoppio delle violenze, oltre un anno fa.
IL NOSTRO INTERVENTO
Marzo 2014: 3 tonn. di medicinali e altrettante di generi alimentari vengono spediti via aerea.
I medicinali inviati nella Repubblica Centrafricana sono quelli rigorosamente previsti dagli elenchi dell'Organizzazione mondiale della sanità: antibiotici, antimalarici, antidiarroici, antidolorifici, garze e bende. Mentre gli alimenti sono stati soprattutto riso, pasta, mais, olio vegetale, lenticchie e integratori proteici.